sabato 17 luglio 2010

Zeleno Sirene di Cherni Vit: meraviglia da gustare

Ne parliamo da due anni e il 14 giugno finalmente decidiamo di partire per Cherni Vit. Questo è un paesino collinare di mille abitanti, distante sette km da Teteven, piccola cittadina della Bulgaria centrale a 90 km da Sofia. Si parte presto perché vorrei ammirare posti che attraversiamo che ancora non conosco. Da Pazardjik a Panagyuriste la strada è buona e senza intoppi, poi continuiamo verso Zlatitsa e qui la strada inizia un continuo saliscendi in un paesaggio ancora verde e lussureggiante.
Verso Zlatitsa la strada è alquanto malridotta ma con le dovute cautele arriviamo, pensando già che il peggio è passato. Da qui bisogna proseguire, attraversando la cittadina tra un mare di buche, per Etropole. Un tassista al quale chiediamo informazioni, ci dice di continuare sulla strada, ma avvertendoci: “Infrastrukturen kaput”. Ho dovuto constatare quasi subito che aveva mille ragioni.
Attraverso un bosco infinito si comincia a salire per una “trazzera”* tutta curve, non asfaltata, con buche e dissesti stradali che sembra sia stata bombardata. Devo constatare che nello slalom me la cavo bene. Il paesaggio è veramente fantastico, ma stando alla guida ne ho goduto poco, per evitare il dirupo. Improvvisamente la strada, con il contributo della Comunità Europea, si fa larga asfaltata e buona, ma iniziando la discesa verso Etropole scende anche la qualità dell'asfalto e anche qui bisogna stare attenti a non lasciare qualche gomma nelle buche. Una volta arrivati a Etropole, la strada per Teteven e poi Cherni Vit è tutta buona, e qui arriviamo a mezzogiorno.



Perché questo viaggio? Qui si produce il formaggio verde (zeleno sirene), un prodotto di nicchia eccellente e veramente unico, almeno così è descritto sui giornali del settore. E' un formaggio a pasta molle sia di pecora che di capra che la particolarità della lavorazione, la conservazione, l'aria umida di quei luoghi favorisce la fioritura di muffe nobili che ricoprono il formaggio e penetrano naturalmente nella pasta, trasformandolo in uno dei pochissimi erborinati naturali presenti al mondo. Visto che non si trova nei negozi, la mia golosità curiosa mi ha spinto a cercarlo nel luogo di produzione.

All'ingresso di Cherni Vit chiediamo notizie del formaggio alla prima vecchietta che incontriamo. Ci dice di rivolgerci al sindaco e ci indica dove trovarlo. Non lo troviamo e chiediamo di lui a due signori che stavano partendo in macchina. Gentilezze che solo in Bulgaria ho trovato. Ci dicono di andare dietro a loro, non lo trovano, ci accompagnano al municipio, qui lo trovano, ci presentano e li salutiamo ringraziandoli. Il sindaco ci dice che il formaggio adesso non c'è ma lo possiamo trovare dal 16 luglio a Sofia. Ci presentiamo, ci dice se gradiamo un caffè e ne approfittiamo per fare una chiacchierata (fin dove arriva la nostra conoscenza della lingua bulgara). E' una persona cordialissima, Tzvetan Dimitrov, prepara tre caffè e ci sediamo all'aria aperta nel retro dell'edificio. Ci illustra il formaggio e ci invita a Sofia. Di questo formaggio si fa una produzione annua di cento chili. Ci guardiamo meravigliati. Cento chili? Ed è così famoso? Ma quanto costa? Venti leva al chilo. Non ridiamo per non offenderlo e veramente non lo merita. Ma qui il formaggio a 20 leva al kg è molto caro. Facciamo delle foto, ci porta nel suo ufficio dove scambiamo e-mail e numeri di telefono, ci regala un gadget di Cherni Vit, ci salutiamo con tanti sorrisi e ci diamo appuntamento a Sofia.


Ritornando a Teteven ci fermiamo al primo ristorante che incontriamo sulla strada. Ordiniamo due birre e due acque da mezzo litro, pane, una abbondantissima insalata, una trota al forno con patatine e un “duel”, uno spiedino di carne e verdure. Il tutto ottimo per un conto finale di 25,90 leva. (vedere foto della trota e dello spiedino). La via del ritorno la facciamo prendendo l'autostrada che da Yablanitsa porta a Sofia e prosegue per Pazardjik. Il paesaggio non è bello quanto l'andata ma si arriva prima e senza patemi.




Oggi, 16 luglio, apre finalmente a Sofia il meeting organizzato dall'Associazione Slow Food-Terra Madre Balcani che sostiene tra l'altro un nuovo modello di agricoltura, meno intensivo e più pulito. E' la prima riunione regionale dei produttori di alimenti tradizionali. Partecipano alla manifestazione, che terminerà domenica 18 luglio, oltre alla Bulgaria, molti paesi dell'area dei Balcani, con la presenza di piccoli produttori agricoli, che sono punta di diamante della qualità, del gusto, della difesa del territorio e delle tradizioni nei rispettivi Paesi. All'ingresso conosciamo Michele, uno degli organizzatori di Slow Food, che ci ricorda che il Formaggio verde che noi cerchiamo, è una rarità che stanno cercando di recuperare dall'estinzione, inserendo giovani che sostituiscano l'unico vecchio casaro rimasto a produrre questa specialità, che è un prodotto erboricolo naturale forse unico al mondo.




Entriamo quasi timorosi passando in rassegna i piccoli stand, annusando profumi ed assaggiando ogni prodotto che espongono ed offrono all'assaggio: formaggi, miele, frutta sciroppata, pane, salumi, prosciutto (bulgaro), vini, yogurt e derivati, funghi, fagioli particolarissimi di Smilian, marmellate, lamponi, e tante altre prelibatezze ancora. La Romania è presente con molti produttori che presentano formaggi e confetture d'eccellenza. Ci riserviamo per ultimo lo Zeleno Sirene di Cherni Vit. Ritroviamo il sindaco che salutiamo e poi chiediamo gentilmente se si può assaggiare il formaggio. Ve ne sono di due varietà: di capra e di pecora. Non vorrei apparire blasfemo, ma ho portato alla bocca il primo assaggino come fosse ostia consacrata. Ne sono seguiti altri ma questa volta anche un po' sfacciati.






Qualsiasi cosa possa dire potrebbe sembrare esagerata, quindi non mi dilungo in descrizioni e divagazioni varie sul gusto, il profumo e la sua intensità, la qualità e via dicendo. Faccio distinzione tra ovino e caprino, nel senso che il caprino è più saporito dell'ovino, qualcosa del gorgonzola e del taleggio insieme, ma dicendo di entrambi che è valsa la pena aver fatto tanti chilometri per trovarlo. Semplicemente meraviglioso! E siccome penso che tra un mese saranno terminati i prodotti appena acquistati, il 15 agosto farò una nuova passeggiata in quel di Cherni Vit sperando che non sia già finito. Per consolarsi, a Teteven, sulla strada del ritorno, c'è sempre un ristorantino con qualche altra sorpresa culinaria...












* La trazzera è una voce dialettale siciliana che indica un sentiero pietroso di campagna calpestato dagli animali. 




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1 commento:

  1. Caro Totino la trota doveva essere talmente buona da mangiare anche la fotografia. Ahahahaha!!!
    Per Agosto c.a. speriamo di unirci alla tua gita per andare a gustare il formaggio verde (zeleno sirene). Saluti a tutti da Adolfo

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